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Lavorazione a massello
STORIA
By Silvana Gubetta
La scultura massiccia approda a Murano insieme allo stile Novecento, sviluppatosi nel corso degli anni Venti che prediligeva forme solide e volumetriche e un realismo di ascendenza classica e se fino a quel momento era sempre guardata con sospetto perché non rientrava nell’ambito delle tradizionali lavorazioni, trovò un suo strenuo assertore in Ercole Barovier.
Tuttavia i primi esempi di lavorazione a massello risalgono alla fine degli anni Venti, modellati da Napoleone Barovier che nel 1928 realizzò un animale, modellato in vetro massiccio. Su disegno di Giovita Vitali negli anni 1925-1930 furono eseguiti anche dei nudi in vetro massiccio.
Il processo di modellare sculture in vetro in libere forme partendo da masse compatte di vetro fuso, fu sviluppato con continuità da Alfredo Barbini e Archimede Seguso già negli anni ’30. Il materiale vetro nelle sue possibili espressioni plastiche fu oggetto di indagine da parte di Alfredo Barbini che diede forma alle esperienze a suo tempo maturate al fianco dello scultore Napoleone Martinuzzi , modellando a caldo tutta una serie di sculture in vetro che, con diversi espedienti, rendeva opaco.
Un altro sodalizio eccellente costituito da Flavio Poli e Archimede Seguso diede luogo in quegli anni a nuove forme plastiche.
Nella seconda metà del Novecento sono da segnalare le opere di Ermanno Nason e di Loredano Rosin, di cui il fratello Dino ha raccolto l’eredità.
Tra gli altri protagonisti in tempi più recenti spiccano due personalità artistiche come Livio Seguso e Luciano Vistosi, i quali in forme espressive diverse hanno indagato la materia vetro.
Nel contemporaneo spiccano numerosi protagonisti della vetraria muranese che si sono imposti a livello internazionale per competenza ed innovazione.
La diversità che connota le ricerche in atto non consente di indicare tutti i protagonisti che per diritto appartengono ormai alla storia recente di questa isola.
La scultura massiccia approda a Murano insieme allo stile Novecento, sviluppatosi nel corso degli anni Venti che prediligeva forme solide e volumetriche e un realismo di ascendenza classica e se fino a quel momento era sempre guardata con sospetto perché non rientrava nell’ambito delle tradizionali lavorazioni, trovò un suo strenuo assertore in Ercole Barovier.
Tuttavia i primi esempi di lavorazione a massello risalgono alla fine degli anni Venti, modellati da Napoleone Barovier che nel 1928 realizzò un animale, modellato in vetro massiccio. Su disegno di Giovita Vitali negli anni 1925-1930 furono eseguiti anche dei nudi in vetro massiccio.
Il processo di modellare sculture in vetro in libere forme partendo da masse compatte di vetro fuso, fu sviluppato con continuità da Alfredo Barbini e Archimede Seguso già negli anni ’30. Il materiale vetro nelle sue possibili espressioni plastiche fu oggetto di indagine da parte di Alfredo Barbini che diede forma alle esperienze a suo tempo maturate al fianco dello scultore Napoleone Martinuzzi , modellando a caldo tutta una serie di sculture in vetro che, con diversi espedienti, rendeva opaco.
Un altro sodalizio eccellente costituito da Flavio Poli e Archimede Seguso diede luogo in quegli anni a nuove forme plastiche.
Nella seconda metà del Novecento sono da segnalare le opere di Ermanno Nason e di Loredano Rosin, di cui il fratello Dino ha raccolto l’eredità.
Tra gli altri protagonisti in tempi più recenti spiccano due personalità artistiche come Livio Seguso e Luciano Vistosi, i quali in forme espressive diverse hanno indagato la materia vetro.
Nel contemporaneo spiccano numerosi protagonisti della vetraria muranese che si sono imposti a livello internazionale per competenza ed innovazione.
La diversità che connota le ricerche in atto non consente di indicare tutti i protagonisti che per diritto appartengono ormai alla storia recente di questa isola.