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Centro virtuale europeo di formazione alle arti e tecniche del vetro

Francia Pâte de verre

STORIA

By Aurélie Wellenstein and Olivier Léonard, translated by Silvana Gubetta and Equa Trading Sc

Questa tecnica molto antica antecedente all’invenzione del vetro soffiato con una canna da soffio, era superbamente utilizzata dai Fenici e gli Egizi prima di cadere per parecchi secoli in disuso. I tesori delle tombe dei faraoni hanno salvato numerose reliquie: amuleti, gioielli, ornamenti preziosi di fornitura funeraria ...

Non è prima del 19° secolo in Francia che Henry Cros (1840 - 1907) scultore simbolista entusiasta archeologo, ha riscoperto la tecnica pâte de verre e l’ha resa il suo mezzo prediletto. La sua ricerca ha destato il totale interesse, tra gli altri dell’artista della ceramica Albert Dammouse, l’industriale Georges Despret, Ringel d’ Illzach e Amalric Walter associato dei fratelli Daum a Nancy.

Seguendo la strada di questi pionieri, due grandi artisti del periodo della Art Déco, Francois Decorchemont e Gabriel Argy-Rousseau, diventarono famosi per il loro lavoro in questo medium, ognuno di loro elaborando stili originali e metodi. Conquistarono velocemente degli emulatori come Frederic Carder negli Stati Uniti e Sotoichi Koshiba in Giappone.

Dopo un breve periodo di oscurità questa tecnica é tornata alla notorietà in Francia grazie a Daum e alIa collaborazione nel 1960 con artisti rinomati a livello internazionale come Salvador Dali; e poi nella decade successiva grazie ad Antoine e Etienne Leperlier il nipote del grande Decorchemont. Dovremmo menzionare anche il notevole lavoro di Keith Cummings, Diana Hobson e Tessa Clegg.

Attraverso il mondo dalla Francia al Giappone, passando per la nuova Zelanda, gli artisti oggi sono affascinati dal pâte de verre e continuamente cercano di sperimentarne le possibilità, come l’artista americano James Watkins con le sue opere “dream-like still lives”, reminiscenze dei dipinti di Morandi e David Reeckie, creatore spietato dei caratteri patetici tipo clown. Il vetro, delicato merletto, di Etsuko Nichi e le bolle naif di Emma Wood sono trasformazioni spiritate della tradizione di Dammouse.